La pietra di Luglio: Il Rubino.
Il rubino, varietà rossa del corindone, è la seconda gemma più dura conosciuta al mondo preceduta solo dal diamante e deve il suo colore caratteristico alla presenza di tracce di cromo. La sfumatura di colore più desiderabile sul mercato globale è quella definita, con un termine commerciale, “sangue di piccione”, costituita da un rosso molto saturo e tono medio, tuttavia la presenza di tracce di altri elementi chimici, come ferro e magnesio, può generare tinte dal rosso fortemente purpureo fino al rosso aranciato con vari gradi di tono e saturazione.
Fino agli anni ’90 del secolo scorso, le pietre che presentavano una tinta aranciata non venivano considerate varietà rubino, ma semplici corindoni fantasia, ma la scoperta e lo sfruttamento dei vasti giacimenti africani ha fatto si che il mercato si aprisse in tal senso.
Tradizionalmente, il rubino rappresenta valori quali amore, passione, romanticismo e successo e da sempre è il protagonista di miti e leggende: gli antichi Indiani credevano che possedesse un fuoco interno che avrebbe avuto il potere di garantire una lunga vita, mentre nel Medioevo si credeva avesse poteri divinatori e che il suo colore si oscurasse in vista di disgrazie.
l giacimenti più famosi sono presenti in Sri Lanka, Thailandia, Tanzania, Madagascar, Cina e Vietnam, tuttavia i rubini ritenuti di massimo pregio provengono dalle miniere di Mogok, in Myanmar (Birmania).
Uno degli esemplari più importanti è rappresentato dal Carmen Lúcia Ruby, il più grande rubino birmano sfaccettato esistente, attualmente custodito al Museo Nazionale di Storia Naturale dello Smithsonian. La gemma, estratta dalle miniere di Mogok nel 1930, è di ben 23.10 carati e possiede una combinazione di caratteristiche eccezionali: un colore rosso omogeneo molto saturo e uno straordinario livello di trasparenza.